Dopo l’inaugurazione e la frenesia dei primi giorni, Expo 2015 è entrata nel vivo e le attività nell’area espositiva sono regolari. Come sta andando? Abbiamo fatto un giro tra i padiglioni per scoprire gli angoli più affascinanti dell’Esposizione Universale: cosa vedere, quali sono i luoghi da non perdere, cosa ancora non gira alla perfezione.
Ingresso di grande pathos con il Padiglione Zero progettato da Davide Rampello, direttore artistico, che porta la scritta Divinus Halitus Terrae. Nelle dodici stanze che compongono l’area, un percorso che invita a riflettere e ad emozionarsi sul rapporto tra esseri umani e cibo nella storia.
Tra i padiglioni senza dubbio più apprezzati dai visitatori quelli del Brasile e dell’Austria. Il primo, oltre all’orto all’aperto e alle mostre, propone un percorso attraverso una grande rete di corda tesa su cui camminare, di grande impatto e preso d’assalto non solo dai più piccoli. Il padiglione dell’Austria, apparentemente più contenuto all’esterno, ospita invece un vero e proprio bosco con le piante tipiche dei suoi territori montani.
Molti gli stati che puntano sull’interattività come Angola, Bielorussia, Kazakistan, Israele e Città del Vaticano (quest’ultimo ospita anche un’importante opera come l’Ultima Cena del Tintoretto). Spiccano in questo senso il Giappone, con una full immersion totale nella tradizione del Sol Levante che dura 50 minuti, e il Principato di Monaco, dove il pubblico può visitare l’acquario delle meduse o persino immergersi sott’acqua con un timone interattivo.
Anche la Regione Lombardia (la prima a scorgersi avvicinandosi dal Decumano al Padiglione Italia) propone un’esperienza attraverso una maschera 3D che mostra le più grandi attrazioni naturalistiche e culturali regionali. Il Padiglione Italia è il più ampio di tutta Expo e si divide in quattro ampi edifici dove ogni regione promuove i propri prodotti e i propri territori. Se la Calabria presenta un piccolo orto mediterraneo dove peperoncino e liquirizia non mancano, l’Alto Adige/Südtirol costruisce una casa sull’albero con scale molto strette, a ricordare i sentieri delle sue terre, in cui spesso si deve usare la cortesia di dare la precedenza prima di poter proseguire.
Il messaggio del Padiglione Svizzero è chiaro e dichiarato fin dalla facciata: Ce n’è per tutti? Con questa domanda, la Confederazione Elvetica ci invita a salire su una delle quattro torri, ognuna colma di un elemento importante per l’alimentazione del Paese. Di acqua, mele, caffè e sale sono stati riempiti i quattro silos e nessuna quantità rispetto a quella prestabilita verrà aggiunta durante i sei mesi. Ogni visitatore può accaparrarsi la quantità che desidera dei prodotti, ricordando però che, qualora eccedesse, probabilmente la quantità a disposizione non basterà a coprire tutto il periodo di Expo e che quindi chi interverrà dopo resterà senza la propria dose. Un modo efficace e d’impatto per parlare di sostenibilità.
Concentrano tutta la visita al proprio padiglione sui prodotti tipici il Belgio, con store di cioccolato e birra, la Spagna, la Francia e gli Stati Uniti, che accolgono i visitatori con un video del presidente Obama.
Apprezzata l’idea dell’Olanda di allestire un vero e proprio raduno musicale con tanto di food track e musica rock. Se Ecuador e Turkmenistan abbondano di colori, più concettuali Inghilterra, con l’alveare, installazione artistica di Wolfgang Buttress, e la Corea con l’emozionante installazione Hansik.
Presentano le proprie tradizioni gastronomiche e non solo attraverso la musica Irlanda e Ungheria: entrambi i padiglioni stanno infatti definendo un fitto programma concertistico che si terrà durante i prossimi sei mesi.
Di grande fascino i padiglioni mediorientali, che puntano sul sogno per avvicinare alla visita.
Paiono limitati i disagi con qualche struttura da terminare tra cui il temporary shop all’ingresso dell’esposizione e le ultime stanze di alcuni padiglioni. Il padiglione del Nepal, presentato come terminato da artigiani italiani dopo il terribile terremoto che ha costretto i lavoratori nepalesi a rientrare in patria, è invece ancora in buona parte da concludere. Problemi anche per i distributori gratuiti dell’acqua potabile: per la maggior parte non ancora funzionanti.
Conclude il Decumano il Padiglione Slow Food. Presa d’assalto l’area circostante l’Albero della Vita, che ogni ora propone uno spettacolo di musica, colore e giochi d’acqua.
Già attivi numerosi whorkshop, talk e mostre, ma è nelle prossime settimane che tutti i padiglioni saranno completamente operativi e inizieranno ognuno la propria programmazione delle attività.
di Simone Zeni
Fonte: http://milano.mentelocale.it/64681-milano-expo-2015-viaggio-padiglioni-cosa-vedere-cosa-non-va/