Volkswagen ha ammesso di aver falsificato le emissioni inquinanti per eludere i controlli negli Stati Uniti. Il titolo crolla in borsa e sono in arrivo multe miliardarie.
Volkswagen, una delle più grandi aziende che producono automobili al mondo, ha truccato le emissioni inquinanti delle auto vendute negli Stati Uniti per eludere i test dell’Agenzia americana per la protezione dell’ambiente (Environmental protection agency, Epa). L’accusa, poi confermata dall’amministratore delegato della casa automobilistica tedesca Martin Winterkorn, era stata avanzata dalla stessa Epa e si riferisce alle vetture vendute oltreoceano dal 2009 al 2015.
Maggiolini, Golf, Jetta, Passat e Audi A3 montavano un software sulle centraline dei motori alimentati a diesel che ne falsificano al ribasso i risultati delle polveri sottili e della CO2. Le auto potevano arrivare a inquinare dalle dieci alle quaranta volte in più rispetto ai limiti previsti dalla legge. La truffa pare sia stata progettata solo per aumentare la potenza e le performance dei motori. Per ogni vettura – sarebbero circa 482mila quelle vendute in questi anni – ora la Volkswagen rischia 37.500 dollari di multa, per un totale di 18 miliardi di dollari.
Il titolo della Volkswagen ha perso fino a 23 punti percentuali sulla borsa di Francoforte nella sola giornata di lunedì 21 settembre, pari a circa 15,6 miliardi di euro andati in fumo in una giornata di contrattazioni. Winterkorn, alla guida dell’azienda dal 2007, si è detto “profondamente dispiaciuto” per aver infranto la fiducia dei suoi clienti e ha aggiunto che Volkswagen farà “tutto il necessario per rimediare al danno causato” da questo scandalo incredibile.
L’Epa ha ordinato il ritiro delle 482mila vetture truccate e ha fermato la vendita negli Stati Uniti dei cinque modelli che montano il motore “incriminato”, inclusi quelli a marchio Audi che fa sempre parte del gruppo Volkswagen. I problemi per la casa automobilistica che ha sede nella città tedesca di Wolfsburg, però, sono appena cominciati. Ora sembra che diverse associazioni dei consumatori vogliano muoversi per danni così come il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e il governo tedesco che potrebbero aprire ulteriori indagini.
articolo scritto da Tommaso Perrone per LIFEGATE.IT