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22 martedì Gen 2013

Citazione
“… quando ti chiedevo cosa volevi inventare mi rispondevi: la macchina della felicità, così tua mamma sarebbe tornata con papà e non ci sarebbero stati più bambini abbandonati.”

Di cosa parla “Pazze di me” di Federica Bosco

pazze-di-me-federica-bosco-libriLa scrittrice Federica Bosco tanto amata dalle donne, e non solo, per i suoi libri profetici sugli uomini e le relazioni d’amore complicate, torna con un libro dal titolo “Pazze di me”che sarà portato alla fine di gennaio 2013 anche sul grande schermo.

Per la prima volta la storia viene raccontata da una voce maschile, Andrea, un ragazzo di trent’anni che da quando il padre li ha abbandonati, diventa l’uomo di casa sempre pronto a soccorrere le tre sorelle e la madre.

Andrea era ancora un bambino quando il padre prima di andarsene di casa, invece di rassicurarlo con parole di conforto, gli aveva detto “E adesso… sono cazzi tuoi!”. A distanza di qualche anno il ragazzo capisce cosa voleva intendere il padre. Le sorelle sono invadenti e fanno scappare a gambe levate le sue fidanzate e la mamma sembra un sergente.

Il protagonista del libro “Pazza di me” sente di avere la responsabilità della famiglia e si sente in colpa ogni volta che non riesce ad aiutare le sorelle, sempre pronte a trattarlo male e fare di lui un burattino.

Le cose iniziano a cambiare quando incontra Giulia, una veterinaria dalle idee chiare, che riesce a destreggiarsi tra i vari ostacoli che la famiglia di Andrea getta sul suo cammino e a far comprendere al ragazzo il modo giusto per riprendere in mano le redini della sua vita.

“Pazze di me” è un libro divertente, che strappa sorrisi, ma che mostra qualcosa in più sia delle donne sia degli uomini. Un romanzo che non deluderà le aspettative dei fan della Bosco.

(Fonte: recensionelibro.it)

16 mercoledì Gen 2013

Volontariato ambiente

PhotoProjects Abroad lavora per la tutela dell’ambiente e della fauna selvatica. I volontari per l’ambiente prestano un prezioso contributo nell’ambito di una grande varietà di ecosistemi – giungla amazzonica, savana africana, barriera corallina e altre – in Africa, America Latina, Asia. Al fianco dei nostri partner locali, i volontari si impegnano per la protezione di flora e fauna, la riforestazione delle mangrovie, la realizzazione di studi sulla biodiversità, la sensibilizzazione delle comunità locali e la promozione dell’agricoltura biologica. Se sei uno studente, la tua missione può essere convalidata come stage o tirocinio convenzionato nell’ambito dei tuoi studi (ecologia, biologia, gestione della fauna selvatica, ecc) .. Ma tutti gli amanti della natura e degli animali sono i benvenuti – non sono richieste qualifiche particolari per diventare volontari per l’ambiente!

Le missioni di volontariato ambiente di Projects Abroad si svolgono in vari ecosistemi. Oltre ad essere coinvolti attivamente per la tutela dell’ambiente, i volontari hanno il privilegio di vivere in aree naturali di straordinaria bellezza (parchi nazionali, riserve naturali) e vedere animali affascinanti.

Alcuni dei progetti classificati come Veterinaria e recupero degli animali possono in realtà anche rientrare nella categoria Volontariato ambiente, come quello per la tutela deipinguini in Sud Africa o degli orsi bruni in Romania.

Le attività in cui i volontari per l’ambiente sono coinvolti sono varie e rientrano principalmente in tre categorie:

Ricerca scientifica sulle diverse categorie di animali: uccelli, mammiferi, rettili, anfibi, farfalle, ecc.
Una visione chiara sulla biodiversità e sull’evoluzione della popolazione è essenziale per sviluppare piani di gestione adeguati per le aree in cui interveniamo. Il nostro staff locale forma e segue i volontari nelle attività di identificazione delle specie.

Lavori manuali piantare alberi, costruire punti di osservazione, proteggere le grotte, contribuire alle manutenzione delle strade e alla pulizia delle spiagge, prendersi cura degli animali in cattività, creare pannelli esplicativi in varie lingue e tanto altro. Questi sono solo alcune delle tante cose da fare nell’ambito dei progetti di volontariato per l’ambiente.

Educazione ambientale informare e sensibilizzare popolazione locale e / o turisti sull’importanza degli ecosistemi e sui comportamenti più adeguati per la loro tutela.

Tra i nostri partner nei vari Paesi in cui lavoriamo figurano:

  • Parchi Nazionali
  • Riserve Naturali Private
  • ONG, associazioni ambientaliste
  • Istituti di ricerca
  • Amministrazioni pubbliche per la tutela della natura e dell’ambiente

Missioni di volontariato ambiente riconosciute come stage e tirocini all’estero

Se sei uno studente e il tuo percorso prevede un tirocinio, i nostri partner possono firmare una convenzione e rilasciare un attestato al termine della missione.

Questo può essere particolarmente interessante per gli studenti in:

  • Biologia
  • Ecologia
  • Conservazione e gestione della natura
  • Conservazione e gestione della fauna selvatica

Alloggio e accoglienza per i volontari per l’ambiente

Per definizione, i nostri progetti di volontariato ambiente si svolgono in aree naturali protette e lontane dalla città. Così, i volontari per l’ambiente alloggiano presso foresterie o campi immersi nella natura. Le condizioni sono basiche e per la maggior parte dei volontari questo accresce ancora più il fascino del progetto e l’unicità dei luoghi.

Durante il fine settimana, si organizzano gite in città per dare ai volontari l’opportunità di controllare la posta elettronica, fare telefonate a casa, sbrigare alcune faccende o semplicemente godersi la città.

La situazione è un po’ diversa per i progetti in India, Mozambico e Thailandia, dove i nostri progetti si svolgono in aree vicine ai centri urbani. Risultano quindi un’alternativa valida per chi non vuole rinunciare alla vita di città.

Per informazioni scrivere a info@projects-abroad.it

(Fonte: “Projects-abroad.it”)

16 mercoledì Gen 2013

Date ed eventuali variazioni sul programma possono essere concordate con l’agenzia.

hennè tattoo tatuaggio tattoos hennaUn viaggio per conoscere un’arte antichissima, tutta femminile che ha raggiunto un altissimo grado di raffinatezza e ha mantenuto della tradizione tutta la densa simbologia e i significati beneaugurali: l’henné. L’oasi di FoumZguid (Tata) è al centro della principale zona di produzione di questa pianta in Marocco e l’henné che produce è di ottima qualità: molto profumato, di colore intenso e persistente. E’ un prodotto che sposa l’economia con la tradizione culturale, coinvolge gli uomini nella produzione, e le donne nella lavorazione e nell’utilizzo, unisce i lavori dei campi e i momenti di festa in cui le donne si adornano. Inoltre l’henné è un prodotto di largo consumo a livello nazionale, quindi fa dialogare la città e la campagna, il sud e il nord.

Note di viaggio

Il presente programma può essere soggetto a variazioni, sia prima che in corso di viaggio, in base al clima, le festività, alle esigenze dei viaggiatori e delle persone che ospitano il gruppo di viaggiatori.

Nessuna vaccinazione o visto di ingresso obbligatori.

Obbligatorio il passaporto in corso di validità.

Per maggiori informazioni sulle vaccinazioni consultare la propria Asl, per i documenti necessari, clima, abbigliamento ecc. richiedere all’agenzia il documento Prima di partire.

Referente locale

Il viaggio è accompagnato da un referente locale, parlante italiano, della rete di economia solidale “Réseaux” la quale comprende diverse associazioni marocchine ed italiane tra cui l’Associazione di migranti marocchini SopraiPonti di Bologna.

Livello di difficoltà

Gli spostamenti previsti sono di media-lunga durata (dalle 3 alle 6 ore circa).

La sistemazione iniziale è presso una famiglia con divani-letto marocchini e bagno in comune, mentre il resto del viaggio ci saranno delle case di accoglienza gestite dalle associazioni locali, con camere doppie e triple con bagni in comune. Munirsi di sacco a pelo invernale.

Il programma ed altre informazioni sui costi e le modalità sul sito: www.viaggiemiraggi.org

Fonte: “Viaggiemiraggi.org”

16 mercoledì Gen 2013

Giardini Tascabili

Cosa sono?
I giardini tascabili sono dei sacchetti completi di semi di fiori e piantine aromatiche e terriccio biologico: anche chi non ha il pollice verde potrà emozionarsi vedendo crescere la sua piantina!
Come funzionano?
Basta tagliare la cima del sacchetto e annaffiare i semi contenuti al suo interno per poter veder crescere dei bellissimi fiori in pochi giorni.
Perchè sono ecologici?
I giardini tascabili hanno al loro interno, oltre ai semini, del terriccio biologico approvato dalla Soil Association, non contengono torba, ci permettono di creare piantine che compensano, almeno in parte, alla co2 emessa o che ci regaleranno prodotti da orto a km zero.

Perchè regalarli (o regalarceli)?
I giardini tascabili sono idee regalo originali, collezionabili, ed ecologiche. Sono semplici da curare e donano l’emozione di crescere qualcosa di nostro. Inoltre sono perfetti come regali aziendali: crescono tranquillamente in luoghi chiusi e sono l’ideale per l’ufficio.
Sono infine personalizzabili per creare gadget e regali aziendali.
Yes.life Store ne è distributore esclusivo in Italia.
(Fonte “Yeslife.it”)

16 mercoledì Gen 2013

scatole

L’imballaggio di un prodotto oltre a garantirne la sicurezza, svolge anche un ruolo importante al momento dell’acquisto perché valorizza il prodotto e influisce sulla scelta del consumatore.

Purtroppo, nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito a un continuo incremento degli imballaggi che hanno un ciclo di vita molto corto e che spesso vanno ben oltre l’indispensabile. Molte volte sono ingombranti, costosi, dannosi per l’ambiente, per la salute e possono metterci in difficoltà quando dobbiamo cestinare la confezione. Altri invece sono di minore impatto, riciclabili, riutilizzabili o biodegradabili.

Perché è necessario ridurli?

Una riduzione dell’imballaggio permette al consumatore di non “impazzire” nel mettere l’imballaggio nel bidone giusto, porta benefici all’ambiente perché consente il trasporto di una quantità maggiore di prodotti contemporaneamente, riducendo i trasporti, le emissioni di CO2 e la quantità di rifiuti da smaltire. Inoltre, se l’azienda risparmia sull’imballaggio dei prodotti con l’utilizzo di materiale riciclato, dimensioni ridotte e risparmio di carta, il consumatore trae benefici economici perché il prodotto potrebbe costare di meno.

Come?

Evitando le mini-confezioni, i prodotti usa e getta, i prodotti con imballaggi doppi o contenuti in imballaggi a perdere. Ma non solo. Evitando di comprare frutta, verdura, affettati e formaggi già confezionati, imbustati in sacchetti o vaschette di plastica, già pronte da mettere nel carrello e in frigorifero. Sono sicuramente più pratici ma sono meno sostenibili per l’ambiente e per il vostro portafoglio.

È decisamente meglio:

Preferire i prodotti in formato famiglia o confezionati con materiale riciclabile che può essere recuperato e riutilizzato molte volte. Prediligere le confezioni ecologiche, con meno strati di carta e plastica o quelli confezionati con materiale biodegradabile che è assorbito e scomposto dagli agenti naturali. Preferire l’acquisto di prodotti con imballaggi riutilizzabili, ad esempio detergenti e detersivi ricaricabili o concentrati da diluire. Permettono di risparmiare soldi, spazio e quantità di rifiuti.

Quali sono i vantaggi?

Minor peso delle confezioni, più spazio nella tua dispensa, meno rifiuti da smaltire, minor consumo di energia, riduzione delle materie prime necessaria per la produzione di imballaggi, riduzione del costo dell’imballaggio e di conseguenza anche del prodotto.

Fonte:www.superdi.it

16 mercoledì Gen 2013

asinaraValorizzare maggiormente i parchi nazionali sia sul piano della protezione della natura sia dal punto di vista dell’ottimizzazione delle spese. Questo è in sintesi il significato della direttiva inviata ai parchi nazionali da parte del ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, che si prefigge un salto di qualità nella protezione della natura. Il documento, con cui decolla concretamente la strategia nazionale della biodiversità approvata a fine 2010, era atteso da moltissimi anni e le riserve naturali finora hanno dovuto operare in importanti azioni per la conservazione della natura senza avere il sostegno di linee guida comuni e condivise, con scarsa razionalizzazione di risorse oppure sottovalutando interventi invece necessari per salvare specie e habitat a rischio di estinzione.

L’Italia possiede un patrimonio inestimabile di biodiversità e la direttiva, che si inserisce nella legge quadro sui parchi, fa esplicito riferimento alle azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici che vanno prontamente adottate per conservare questi tesori naturalistici.

La volontà di ottenere risultati tangibili in tempi brevi è evidenziata dalla tempistica predisposta dal ministero, che attende entro il 31 gennaio la presentazione delle azioni che i parchi intendono intraprendere per dare nuova linfa alla protezione delle biodiversità e per dare impulso all’economia connessa ai preziosi polmoni verdi italiani. Dopo il vaglio delle proposte, il ministero farà le proprie valutazioni entro il 10 marzo, alle quali seguiranno, in settembre, relazioni sullo stato dei lavori e finali dei parchi.

Due le modalità di intervento individuate dalla direttiva per il 2013: la prima consiste nell’attività di catalogazione scientifica del patrimonio ambientale, mentre la seconda mira alla redazione di studi e progetti unitari in grado di promuovere e valorizzare l’ecosistema.

Entrando più nel dettaglio, della direttiva risulta evidente la volontà di colmare l’assenza di una politica organica di protezione ambientale in Italia, fotografando la situazione attuale e allo stesso tempo sviluppando nuove dinamiche in grado di orientare gli interventi strutturali delle politiche di settore.

fonte “Ministero dell’Ambiente”

16 mercoledì Gen 2013

Tutela dell’ambiente e della cultura: il Fai lancia le primarie dei programmi

Sul sito dell’associazione fino al 28 gennaio sarà possibile votare le priorità in materia di conservazione e valorizzazione del paesaggio e dei beni artistici. I risultati verranno presentati ai partiti e candidati delle prossime elezioni politiche

Tutela dell'ambiente e della cultura: il Fai lancia le primarie dei programmiROMA – Dalle primarie dei candidati a quelle dei programmi. E’ l’iniziativa del Fondo Ambiente Italiano, che da oggi fino al 28 gennaio attraverso il sito www.primariedellacultura.it offre a tutti i cittadini la possibilità di partecipare alla scelta delle priorità nell’ambito della cultura, del paesaggio, dell’ambiente. Linee guida che dovrebbero essere poi fatte proprie da chi si candida a guidare il prossimo governo. Al termine delle votazioni, i dati verranno infatti annunciati ufficialmente e presentati ai partiti e candidati delle prossime elezioni politiche, che potranno impegnarsi pubblicamente a sostenerli in caso di vittoria.

“L’Italia è la sua cultura – ha sottolineato Ilaria Borletti Buitoni, presidente Fai – nonostante questo, la cultura da troppi anni è una emergenza dimenticata: nei programmi elettorali dei partiti si parla di promuovere il turismo e il patrimonio storico e artistico, ma nessuno spiega come invertire una rotta che ha portato al disastro dei nostri beni culturali. Abbiamo accolto con entusiasmo la proposta dei Giovani del Fai perché un paese senza cultura è un paese senza futuro”.

Ogni votante potrà indicare fino a tre preferenze, tra i 15 temi selezionati, lunghi lo spazio di un tweet. Dalla destinazione di una quota minima del denaro pubblico per la cultura, alle politiche per lo sviluppo del turismo, dalla revisione delle norme che regolano il consumo di suolo, a misure che fermino lo svuotamento dei centri storici, fino all’aumento di ore di storia dell’arte nei programmi scolastici. Ogni tema viene sviluppato con un apposito approfondimento sul sito delle primarie.

(07 gennaio 2013)
(fonte “repubblica.it”)

16 mercoledì Gen 2013

Per vivere meglio (e dimagrire un po’), mangiare con consapevolezza. I consigli dello psicologo

abbuffataNon vuole essere il nuovo metodo di contrasto alla dilagante obesità, l'”epidemia del terzo millennio”, e non pretende di essere considerato il “regime alimentare della nuova era”. È, invece, un saggio che dà la ricetta per imparare a mangiare in maniera «consapevole», senza perdere la spensieratezza e il piacere che dovrebbero sempre accompagnare il momento dei pasti, mettendo insieme consigli e accortezze che aiutino a eliminare le vecchie abitudini che, senza che ce ne accorgiamo, ci portano a ingurgitare cibi, magari anche molto calorici, e di cui magari non abbiamo neanche voglia. Con la possibilità, come «effetto collaterale», di perdere anche qualche chilo. È questo, in poche righe, il contenuto del libro «Mangiare inconsapevole. Sai cosa c’è nel tuo piatto» (editricepisani) di Brian Wansink, psicologo dell’alimentazione docente alla Stanford University (Usa) e direttore del Food and Brand Lab alla Cornell University (Usa) che di sé dice: «Non sono un salutista e adoro le patatine fritte!».

Diversi gli argomenti correlati al cibo trattati nel libro: si va dal cercare di capire se la dimensione del piatto può alterare il senso di sazietà, fino ad arrivare a comprendere se i cibi di marca sono davvero i più buoni, passando dal perché la musica o il colore della stanza influenzino l’appetito e qual è la vera ragione per cui la maggior parte delle diete è destinata al fallimento. Il libro mostra come l’inconsapevolezza sia da considerare una delle principali cause delle nostre cattive abitudini alimentari: con esempi e aneddoti divertenti lo psicologo dell’alimentazione ci rivela, infatti, come spesso ignoriamo non solo la quantità e la qualità del cibo che ingeriamo, ma anche il motivo che ci spinge a farlo.
«La quantità di cibo che ognuno di noi assume quotidianamente dipende in gran parte dall’ambiente circostante.Mangiamo troppo non per fame, ma perché influenzati dalla famiglia e dagli amici, dalla grandezza delle confezioni e dei piatti, suggestionati da nomi e numeri, etichette e luci, colori e candele, forme e odori, fuorviati da diversivi e distanze, dispense e contenitori – scrive Wansink -. Questa lista è tanto infinita quanto invisibile. Invisibile? La maggior parte di noi è beatamente inconsapevole dei fattori che incidono su quanto mangiamo. Questo libro è il frutto di decine di studi a cui hanno partecipato migliaia di persone, che, come la maggior parte di noi, credono che il loro modo di alimentarsi sia determinato principalmente da quanto siano affamate, da quanto apprezzino il cibo e dall’umore. Noi tutti pensiamo di essere troppo intelligenti per essere tratti in inganno dalla grandezza delle confezioni o dei piatti, e dal tipo di illuminazione. Siamo disposti a riconoscere che altri possano essere raggirati, ma non noi. Ecco cosa rende questo “mangiare inconsapevole” così pericoloso».

Tra le ultime pagine del libro trova anche spazio una disamina delle differenti tipologie di diete andate molto di moda negli ultimi anni, con tanto di «pro» e di «contro» per ciascuna. Una sorta di «bussola» per orientarsi meglio tra i vari regimi dietetici e capirne le caratteristiche.

di m.c. (27/12/2012 – fonte “Salute 24”)

15 martedì Gen 2013

soprattutto se «diet», aumentano rischio-depressione

bibite_e_depressioneBere troppe bibite dolcificate, soprattutto se nella versione “diet”, può aumentare il rischio di depressione in età adulta. A sostenerlo è Honglei Chen, autore di una ricerca che sarà presentata al convegno annuale dell’American Academy of Neurology di San Diego, in programma per il prossimo marzo. Buone notizie, invece, per gli amanti del caffè: al contrario di quelle con le bollicine, questa bevanda diminuisce la probabilità di avere a che fare con questo disturbo.

Per arrivare a queste conclusioni Chen e colleghi hanno analizzato i dati sul consumo di bibite gassate, tè, punch alla frutta, caffè e altre bevande relativi a 263.925 individui che all’inizio dello studio avevano un’età compresa tra 50 e 71 anni. Circa 10 anni dopo i ricercatori hanno valutato quali partecipanti avessero ricevuto una diagnosi di depressione. E’ stato, così, scoperto che bere più di 4 bibite gassate o punch alla frutta al giorno aumenta la probabilità di sviluppare la depressione, rispettivamente, del 30% e del 38% rispetto al rischio corso da chi non assume queste bevande. In particolare, il rischio è maggiore per chi sceglie le bibite nella loro versione dietetica. Viceversa, prendere 4 caffè al giorno riduce questa probabilità del 10%.

“La nostra ricerca – ha spiegato Chen – suggerisce che eliminare o ridurre le bibite dolcificate diet o sostituirle con caffè non dolcificato potrebbe aiutare a ridurre il rischio di depressione in modo naturale”. Tuttavia, il ricercatore ammette che sono necessarie altre ricerche per confermare questa ipotesi. “Le persone che soffrono di depressione – ha concluso l’esperto – dovrebbero continuare ad assumere i farmaci prescritti dai loro medici”.

di Silvia Soligon (10/01/2013 – fonte “Salute 24”)