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17 giovedì Lug 2014

Mare: branco delfini avvistato al largo di Pesaro(ANSA).  Aumentano delfini e tartarughe nel mare delle Eolie. I dati di monitoraggio li ha forniti il “Delphis Aeolian Dolphin Center” di Salina. Dallo studio è emerso che negli ultimi sei anni, vi è un aumento della presenza dei cetacei, e soprattutto delle tartarughe marine nelle acque che circondano l’Arcipelago. Tra gli esemplari segnalati figurano delfini, capodogli, balenottere e tartarughe marine. Il centro Delphis, giornalmente effettua uscite di monitoraggio che hanno lo scopo di quantificare la presenza dei cetacei e delle tartarughe marine, studiarne la biologia, l’etologia, la genetica, e salvaguardare il loro stato. Durante le uscite in mare si osservano anche molte stenelle, alcuni tursiopi, balenottere ed una decina di tartarughe marine. “E’ un’esperienza unica – dicono gli organizzatori – che lascia un’immagine bellissima della natura e di quanto sia fondamentale tutelarla, proprio come il centro si è impegnato a fare”.

17 giovedì Lug 2014

Boom di auto GPL in Emilia Romagna: come migliorare la qualità dell'aria e ridurre lo smog

E’ il traffico, la circolazione di troppe auto in città, la prima causa di livelli di smog troppo alti nelle nostre città. Il fenomeno sta diventando sempre più dilagante, soprattutto nelle grandi città di Italia come Torino, Roma, Milano, ma probabilmente in cittadini stanno prendendo coscienza della situazione e iniziano ad agire di conseguenza con comportamenti che vanno in una direzione più green. Questa tendenza si potrebbe notare negli ultimi dati emersi sulle vendite auto in Emilia Romagna.
L’Emilia è, infatti, la regione d’Italia al primo posto per il parco mezzi a Gpl e metano, con una percentuale sulle auto in circolazione pari al 16,70%. Seguono le Marche, al 15,66% e l’Umbria, al 10,12%. Sono otto le regioni che si attestano sopra la media nazionale del 7,35%: al quarto posto c’è il Veneto, con il 9,82%, poi il Piemonte (8,21%), la Toscana (8,12), l’Abruzzo con l’8,08 e la Campania con il 7,66.

Si ferma al 5,87% la Lombardia, che sale però al secondo posto se si analizzano i dati in termini assoluti, con un parco circolante autovetture di 343.939 unità, dopo l’Emilia Romagna, che si conferma in testa anche qui con 457.661 auto circolanti a Gpl e metano. Sono alcuni dei dati Aci, rielaborati dal Consorzio Ecogas, che verranno presentati venerdì a Bologna nel convegno ‘Gpl e metano una green economy in Emilia-Romagna.

http://www.ecovideoblog.it/reti-sistemi/boom-di-auto-gpl-in-emilia-romagna-come-migliorare-la-qualita-dellaria-e-ridurre-lo-smog.htmlper

 

16 mercoledì Lug 2014

Amati e ripudiati. La sola fortuna di chi abbandona gli animali è che loro non possono parlare. A loro manca la parola, ma se potessero parlare avrebbero molto da dire. Migliaia, ogni anno, gli animali abbandonati: il problema è più evidente nei mesi estivi, quando il cane o il gatto sembrano un problema irrisolvibile, un problema che addirittura sembra mettere in forse le vacanze dei padroni. E così dopo la convivenza, dopo i bei momenti passati insieme, dopo averli nutriti e fatti sentire a casa, migliaia di animali vengono lasciati per strada senza nessun rimorso. E se loro – gli animali – non possono parlare, gli uomini giudicano e la legge condanna: l’abbandono è un reato…LA CAMPAGNA. E’ partita la campagna antiabbandono 2004 dell’Ente Nazionale Protezione Animali. Dallo scorso maggio, il cagnetto dagli occhi malinconici, il gattino disperato e il pesce attonito sono i testimonial della campagna della Protezione Animali. Una campagna ripetuta a furor di popolo: lanciata nell’estate del 2003, il cagnetto, il gattino e il pesce hanno riscosso molto successo. Realizzata da McCann-Erickson, patrocinata da Pubblicità Progresso, diffusa anche da Aiscat, Anas, Autogrill e Cciss Viaggiare Informati sull’intera rete autostradale, vincitrice del premio Top Brand Advertising, la campagna proseguirà sino al 31 agosto. Lo spot televisivo, intanto, è già stato mandato in onda sulle tre reti della Rai e fino alla fine dell’estate sarà trasmetto dai network nazionali e dalle televisioni locali in tutto il Paese. Il lavoro di coordinamento dell’intera campagna è stato svolto dal Centro Comunicazione&Sviluppo dell’Enpa, che ha sede a Bra.

LA T-SHIRT. La campagna antiabbandono 2004 avrà, inoltre, un altro “veicolo” di diffusione: le t-shirt. Il Centro Comunicazione&Sviluppo ha preparato infatti la maglietta antiabbandono. Una t-shirt che è una denuncia, un invito a non abbandonare gli animali, un manifesto; ma è anche un capo di abbigliamento di qualità, pensato con gusto e seguendo le ultime tendenze delle moda. Il soggetto scelto è il pesciolino attonito, rosso su sfondo blu. Lo slogan ricalca quello delle locandine che gli italiani troveranno sui giornali e sulla rete autostradale: “Mi manca la parola. Per tua fortuna.”. Sarà possibile acquistare la maglietta nelle sezioni dell’Enpa, sul sito web della Protezione Animali (l’indirizzo èwww.enpa.it, basta cliccare sul link “Enpa shop” per consultare il catalogo con la t-shirt antiabbandono ma anche con altri simpatici gadget la cui diffusione aiuta l’Enpa e le decine di migliaia di animali accuditi quotidianamente). Si può anche ordinare la maglietta telefonicamente (telefono 0172/425130), via fax (0172/422893) o via mail (enpashop@enpa.it).

GLI ABBANDONI. La scelta del pesciolino sulla t-shirt non è casuale: chi pensa infatti che il fenomeno dell’abbandono possa riguardare solo i cani, sbaglia. Probabilmente il fenomeno dell’abbandono dei cani è più evidente rispetto all’abbandono di altri animali e provoca, tra l’altro, non pochi incidenti stradali. Ma ogni anno vengono ripudiati – non solo nei mesi estivi – migliaia di gatti, di pesci e tanti altri animali. Sul piano della repressione, prima dell’estate potrebbero arrivare novità: la nuova legge sui maltrattamenti, attualmente in discussione al Senato, inasprisce le pene per chi abbandona gli animali. Se la proposta di legge dovesse essere approvata nelle prossime settimane, l’abbandono diventa un delitto (e non più una contravvenzione) e chi senza nessun rimorso si “libera” dei propri animali rischia fino a un anno di carcere. Intanto, con o senza la nuova legge, la speranza dell’Enpa è che il numero degli animali abbandonati quest’anno possa subire – anche grazie alla campagna in corso – una riduzione. La Protezione Animali è impegnata inoltre con una campagna di informazione, sul sito web www.enpa.it, per facilitare le vacanze delle famiglie italiane con Fido al seguito. Sul sito ci sono infatti le informazioni per andare all’estero con i propri animali e la lista delle spiagge e delle strutture turistiche che accettano cani e gatti. Molte sezioni Enpa, invece, sono impegnate da mesi a convincere le amministrazioni comunali ad aprire spazi per gli animali e a rimuovere inutili divieti (soprattutto in spiaggia) per i cani e i gatti. L’abbandono si combatte anche così.

21 mercoledì Mag 2014

Campagna(ANSA). Cresce il turismo ecologico in parchi, oasi, riserve e aree verdi e “raggiunge in Italia il record storico di sempre, 12 miliardi, con un progressivo aumento del fatturato ma anche delle presenze negli anni della crisi, in controtendenza rispetto alle vacanze tradizionali”. Questa la stima di Coldiretti . E i weekend di primavera, stagione privilegiata per la vacanza eco, confermano le previsioni positive di aumento per il 2014.

L’Italia, rileva Coldiretti, puo’ contare su 871 parchi e aree protette. A spingere un numero maggiore di turisti verso la natura, per Ecotur, prevalentemente la voglia di fare attivita’ sportive (47%) e il relax (20%), ma anche la riscoperta delle tradizioni (10%) e l’enogastronomia (15%). Settore quest’ultimo favorito dalla presenza della piu’ grande varieta’ di percorsi turistici ad esso legati: sono oltre ventimila gli agriturismi (numero più che raddoppiato in 10 anni) e 1200 i mercati degli agricoltori di Campagna amica per acquistare prodotti enogastronomici.

Ad apprezzarlo sono anche gli stranieri, in aumento tra i vacanzieri eco: l’anno scorso hanno raggiunto il 40,2%, con un incremento del giro d’affari perchè spendono in media 100 euro al giorno contro i 65 di un italiano. In alcune regioni, inoltre, come la Toscana, il numero degli stranieri negli agriturismi supera quello nazionale. Per Coldiretti la capacità di attrazione è dovuta anche alle opportunità ‘estreme’ offerte: in Toscana ci sono strutture dove si può dormire ‘appesi’ su un albero o dondolarsi con l’altalena nel vuoto. Riguardo agli agriturismi il maggior numero è in Toscana e in Trentino, ma la diffusione è su tutto il territorio anche se il 47% è al Nord, il 34 nel Centro e il 19 nel Mezzogiorno.

Sempre piu’ diversificata l’offerta di servizi con 16.906 strutture che offrono 217.946 posti letto e 8.363 piazzole di sosta per l’agricampeggio. La “vera rivoluzione” è pero’ legata al fatto che l’agriturismo non è piu’ solo mangiare: le aziende autorizzate alla ristorazione sono state sorpassate da quelle che offrono anche altri servizi, salite a 11.982 con attività come escursionismo, sport, corsi di cucina, orto, oltre alle fattorie didattiche per i piu’ piccoli e le osservazioni naturalistiche.

21 mercoledì Mag 2014

E’ importante scegliere obiettivi commisurati ai nostri valori, mete che rappresentino qualcosa di importante e significativo per la nostra identità.  Per accedere in modo completo alle nostre risorse, per resistere alle eventuali “delusioni” senza rinunciare ai propri “sogni”, bisogna essere prima di tutto convinti della validità delle proprie scelte, anche dal punto di vista etico. Solo così si può pensare di perseverare a dispetto di eventuali difficoltà iniziali. Ma anche tutto ciò può non essere sufficiente. In effetti molti percorsi di crescita personali e lavorativi vengono “sabotati” da un atteggiamento inconsapevolmente polemico o problematico. Con l’atteggiamento giusto qualsiasi imprevisto può diventare un’occasione di crescita. Con l’atteggiamento sbagliato, viceversa, si può trasformare qualsiasi evento in un problema. L’atteggiamento sbagliato nasce dall’avere delle aspettative rigide, dal pretendere che gli altri si comportino sempre come vorremmo, dall’esigere che le cose vadano sempre a modo nostro. Nel suo ultimo libro “PNL e Libertà”, Richard Bandler, spiega come gli atteggiamenti “acidi” nei confronti della vita provochino un circolo vizioso anche a livello chimico-cerebrale. La nostra mente, i nostri chiodi fissi negativi, influenzano la chimica cerebrale che a sua volta influenza lo stato d’animo con il quale affrontiamo ogni evento. Così, per dirla con le parole di Bandler: “Ci ritroviamo ad attivare processi mentali e comportamentali distruttivi in automatico e questi a loro volto ci inducono stati d’animo negativi”. Insomma un circolo vizioso che, se si vuole vivere attivamente, ma in pace e serenità, conviene assolutamente interrompere.

 Per avere l’atteggiamento giusto ci vuole una mente libera da “zavorre”

Viviamo in una cultura che a partire dalla scuola elementare ci educa a doverci meritare qualsiasi cosa. Probabilmente il valore sotteso a quest’impostazione ha delle sue ragioni educative, ma rischia di trascinare con sé un concetto pericoloso: che per essere felici dobbiamo raggiungere degli obiettivi. Gli obiettivi raggiunti ci potranno rendere più felici, se lo siamo già. Altrimenti rappresenteranno una chimera irraggiungibile. Per ogni obiettivo raggiunto infatti, ne nasceranno altri da raggiungere, in una corsa nevrotica verso il nulla. Se vogliamo vivere in uno stato d’animo produttivo e sereno, lo possiamo fare da subito, iniziando ad apprezzare quello che funziona della nostra vita. Per amarci e stare bene non dobbiamo essere all’altezza di niente e di nessuno. Si tratta solo di adottare una nuova abitudine mentale, quella di far diventare ogni situazione un’occasione di crescita, evitando di rivivere mentalmente tutto quello che ci ha fatto soffrire in passato.

In questo senso, molto spesso, una fonte di grande sofferenza, assolutamente inutile,  è il rivivere mentalmente gli eventi negativi vissuti in passato. La vita reale è il presente. Nel “qui e ora” quello che conta è cosa si vuole fare della propria esistenza e che piani si hanno per il futuro. Per questo, la prima cosa da fare, se si è ossessionati da alcuni episodi negativi, è liberarsi di quella “spazzatura”. La mente è la nostra dimora più intima. Sta a noi il farla diventare il nostro tempio o il nostro inferno.

Quando riviviamo degli eventi negativi del passato, come litigi, scelte sbagliate o sensi di colpa, lo facciamo proponendoci delle immagini o dei veri e propri film di quello che abbiamo vissuto. A volte poi il film è accompagnato da una voce fuori campo, il nostro commento mentale alla situazione, un dialogo interiore che però sentiamo come fosse una voce reale. Se il ricordo è negativo sarà facile che anche il nostro commento sia acido, arrabbiato o pessimista.

Dentro la nostra mente

Se si tende a rimuginare eventi che ci riportano in uno stato di sofferenza, si produrranno quindi, a livello mentale, sia delle immagini che un dialogo interiore. E’ proprio su questi due aspetti che dovremo lavorare inizialmente. In un suo libro precedente, intitolato “Usare il cervello per cambiare”, Bandler spiega che le nostre emozioni, sono sorprendentemente connesse ai valori cromatici ed alla luminosità delle immagini che ci rappresentiamo mentalmente. Così delle immagini luminose e a colori, ci provocheranno una reazione emotiva più intensa rispetto ad altre in bianco e nero e poco nitide. Ecco un passaggio del libro, che data l’importanza riportiamo letteralmente: “In questo preciso momento osservate in che modo vi raffigurate un evento futuro gradevole e quindi rendete più luminosa quella stessa immagine e osservate come le vostre sensazioni mutano. Quando rendete più luminosa quell’immagine non vi sembra di attendere quell’evento con desiderio ancora maggiore? Adesso immaginate un ricordo gradevole del vostro passato e rendete i colori più forti e più intensi, osservate le vostre sensazioni, non vi sembrano più intense? Ora cercate di vedere quella stessa immagine in bianco e nero. In genere quando l’immagine perde il proprio colore la reazione si indebolisce”.  

Una volte consapevoli della relazione tra la percezione dei valori cromatici e di luminosità delle immagini mentali e le nostre emozioni, possiamo intervenire per fare pulizia.

 Come trattare le immagini (che ci insidiano)

Gli esercizi che proponiamo di seguito hanno un’unica finalità, quella di dissociarvi dai vostri pensieri negativi ricorrenti. In verità l’evento che vi infastidisce ha già fatto i suoi danni a suo tempo. Quello che ora vi tormenta non è quindi l’evento in sè, ma la sua riproduzione nella vostra mente.

Se il vostro pensiero negativo è rappresentato da un’immagine:

–       Concentratevi sull’immagine che vi tormenta;

–       Fatela diventare una foto in bianco e nero;

–       Sfuocatela progressivamente;

–       Immaginatela sempre più sbiadita fino a farla diventare bianca;

Come trattare il dialogo interiore (che ci deprime)

–       Prestate attenzione a quello che vi dite attraverso i pensieri. Sentitene il tono e le

intenzioni;

–       Divertitevi a ripetere lo stesso testo esagerando la seriosità della vostra voce fino a

      farla diventare grottesca;

–       Adesso riproducete il dialogo accelerandolo e facendolo diventare ridicolo come la

      voce di un cartone animato;

–       Ora fate il contrario, rallentate progressivamente la velocità della voce, fino a 

distorcerla come provenisse da un vecchio registratore con le batterie scariche;

Fatelo fino a quando percepirete un’ondata “nuova” di benessere, che corrisponderà all’idea di aver trattato il pensiero ricorrente per quello che è: un “file” inutile, un disco rotto che non servendo a niente deve solo finire nel cestino.

Come trattare i film mentali (dolorosi)

Se il vostro  chiodo fisso ha invece la forma di un film, che riproduce per intero, o per una parte, il vostro evento negativo:

–       Immaginatevi di essere seduti in un cinema e di assistere alla proiezione del film 

      sul vostro chiodo fisso;

–       Fatelo diventare un film in bianco e nero;

–       Adesso concentratevi sulla sequenza delle scene che formano il vostro film;

–       Ora proiettate il film all’incontrario;

–       Infine divertitevi a riprodurlo in avanti e indietro come se foste al montaggio. Cambiatene anche la velocità di riproduzione, fino a farlo diventare veloce come una comica;

Fatelo fino a quando avrete maturato il giusto distacco dal film, potendolo quindi trattare per quello che è: un video che la vostra mente continua a riprodurre, solo per abitudine. Nulla più.

Buttate le vecchie “cianfrusaglie” bisogna “riarredare” la nostra mente

Fatta pulizia si possono innescare una serie di piacevoli contromisure, per iniziare a creare nuove abitudine, più funzionali. Innanzitutto potrete accedere alla libreria dei ricordi chiedendo alla vostra mente di riprodurre tutti i migliori eventi della vostra vita. Un bacio, una sensazione di grande soddisfazione, un’immagine di voi in un momento in cui vi sentivate particolarmente rilassati e pieni di energia, una volta in cui avete fatto ridere intensamente qualcuno. Pescate ovunque. Potranno essere anche momenti lontani, di quando eravate bambini, l’importante è che siano ricordi legati a emozioni intensamente piacevoli.

Tutto questo, se volete innescare un processo di “inspiegabile” buon umore, dovrà far parte di una disciplina nuova che la mente imparerà presto: riprodurre nella lista dei “preferiti” solo eventi piacevoli. Chiaramente è benvenuta qualsiasi cosa, piccola o grande, sapete possa funzionare nella vostra quotidianità: letture interessanti, musica stimolante, un programma televisivo che vi piace, trascorrere del tempo con persone che vi fanno stare bene e quando è il caso, delle sane risate.

 Quindi poi cosa succede?

 Quando si educa la mente a proporre solo fantasie piacevoli, si entra in una chimica cerebrale di positività, in un inspiegabile stato di buon umore che diventa il filtro percettivo di tutto quello che ci succede, rendendoci tutto più funzionale e gestibile. Perché non dimentichiamocelo mai: con l’atteggiamento giusto qualsiasi ostacolo è superabile, anzi può sempre diventare un’occasione per “rilanciare”, con quello sbagliato ogni cosa, anche la migliore, può diventare un problema.

16 venerdì Mag 2014

wwfDOMENICA 18 MAGGIO

CON LA GIORNATA OASI WWF NATURA ITALIANA IN FESTA

INGRESSO GRATUITO, GIOCHI E VISITE GUIDATE PER GRANDI E PICCOLI

 ANCORA 3 GIORNI PER AIUTARE L’AMAZZONIA

Appello per il rush finale a sostegno del Progetto Triangolo Verde dell’Amazzonia per donare inviando un SMS o chiamando da rete fissa al 45505

Tutti i programmi della Giornata OASI WWF: http://www.wwf.it/programmaoasi/

L’evento ha il patrocinio del Ministero dell’Ambiente

La giornata oasi è anche sui SOCIAL. Selfie, foto e racconti della propria visita da mandare alla pagina https://www.facebook.com/wwfitalia ; verranno poi pubblicati anche su Twitter con #amazzoniaoasi.

 Una Natura in festa in tutta Italia:  la giornata di domenica sarà l’occasione per grandi e piccoli per  scoprire l’ ‘Amazzonia’ nascosta dietro l’angolo, ovvero, foreste e fiumi boscosi, ma anche laghi, vallate e lagune ricchi di animali  e specie rare tutelate in Italia nelle 100 oasi WWF. Ogni anno la Giornata Oasi WWF, giunta alla sua 24ma edizione,  accoglie migliaia di visitatori che, grazie a questo evento, possono entrare gratuitamente e partecipare alle centinaia di manifestazioni speciali organizzate in tutte le regioni.  Le pagine Social del WWF saranno a disposizione dei visitatori che potranno animare la giornata anche sulla rete inviando il proprio Diario fotografico e narrativo con selfie, foto di natura, racconti.

Il cuore delle Oasi  batterà anche per l’Oasi del Pianeta: restano ancora 3 giorni per sostenere il Progetto Triangolo Verde dell’Amazzonia che difende dalla deforestazione  un’ampia zona al confine di 3 stati, Ecuador, Colombia e Perù e garantisce una gestione sostenibile delle attività economiche per le popolazioni locali. Fino al 18 maggio il WWF invita a sostenere il Progetto Triangolo Verde con sms o chiamata da fisso al 45505 http://www.wwf.it/amazzonia/.

 “Con la tutela delle Oasi il WWF dimostra il suo impegno diretto  per la salvaguardia dell’ambiente anche di aree di pregio che fanno parte della Rete europea di aree Natura 2000 – ha dichiarato Dante Caserta, Presidente del WWF Italia Questo impegno non sarebbe comunque stato possibile senza l’aiuto delle centinaia di  volontari e di tutti i protagonisti delle realtà locali che, insieme ai sostenitori, hanno fatto delle Oasi WWF in questi 40 anni un patrimonio naturale a gestito a beneficio della comunità”. Sono circa un centinaio le Oasi del WWF, per una superficie di circa 35.000 ettari. Nel loro insieme rappresentano i principali ambienti del Paese e sono luoghi di rifugio per specie animali e vegetali rare o a rischio.

Il Programma di domenica è ricco di appuntamenti (http://www.wwf.it/programmaoasi/ ) : visite guidate gratuite per tutti per  ammirare specie bellissime e rare tra cui fenicotteri, aironi, lontre, aquile e istrici. Eventi speciali dal nord al sud: a Vanzago/Lombardia volontari impegnati nella manutenzione del bosco, a Macchiagrande vicino Fregene/Roma concerto jazz in natura all’aperto e un testimonial WWF, Blas Roca Rey;  ad Alviano, anch’essa  poco distante dalla Capitale in provincia di Terni, laboratori per bambini, in Abruzzo nelle Gole del Sagittario si andrà alla scoperta delle piante medicinali, a Ripa Bianca di Jesi giornata scientifica dedicata al fiume, a Valmanera sentieri da inaugurare in onore delle foreste e dove Mura Mura, azienda agricola biologica di Grom, sosterrà la Giornata Oasi e offrirà coppette di gelato e biscotti nel pomeriggio. A Miramare, vicino Trieste, si inaugura la stagione di uscite in mare, a Orbetello inanellamenti e visite dedicate all’ornitologia con laboratori e attività per bambini. Liberazioni di uccelli recuperati dopo le cure del WWF in molte Oasi, da Angitola in Calabria a Valpredina nelle prealpi bergamasche. Rilascio in libertà di uccelli guariti anche a Monte Arcosu (Ca). Nell’Oasi di Ghirardi (Borgotaro-Parma) una giornata dedicata a Ermanno Stradelli, uno dei più importanti esploratori dell’Amazzonia originario del luogo.

 LO SPECIALE ‘AMBIENTE ITALIA’ RAI3  PER LE OASI DEL WWF

Il tradizionale appuntamento avrà l’evento centrale nell’oasi WWF di Astroni, Napoli. Questo cratere boscosissimo e ricco di fauna sarà lo scenario centrale  di una lunga diretta RAI per lo  SPECIALE OASI WWF di Ambiente Italia, la popolare trasmissione curata e condotta da Beppe Rovera. Nella puntata di domenica mattina, dalle 8.45, tanta Italia da proteggere, con servizi e collegamenti di decine di Oasi. Nell’evento centrale, insieme a Fulco Pratesi e Dante Caserta, rispettivamente Presidente onorario e Presidente del WWF Italia,  altri rappresentanti dell’organizzazione ambientalista e personaggi del mondo della cultura, della scienza e dello spettacolo, tra cui Donatella Bianchi, conduttrice di Linea Blu e Consigliere Nazionale del WWF. In un collegamento speciale dalla sede centrale in Svizzera, ci sarà anche il Direttore Generale del WWF Internazionale Marco Lambertini, che farà la sua prima uscita pubblica in Italia. Nel corso della puntata si parlerà anche di Amazzonia e del progetto Triangolo Verde con testimonianze e reportage..

 ”SALVA L’AMAZZONIA OASI DEL MONDO”: 

Dal 1 al 18 maggio invia un sms o chiama da fisso  il 45505 – Il valore della donazione sarà di 2 euro per ogni SMS inviato da cellulare personale TIM, Vodafone, WIND, 3, PosteMobile, CoopVoce e Noverca,  2 euro per ogni chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa TeleTu e TWT,  2 o 5 euro per ogni chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa Telecom Italia, Infostrada e Fastweb.

COSA SONO LE OASI WWF:

Le Oasi sono il progetto di conservazione più importante del WWF Italia, un “parco diffuso” dalle Alpi alla Sicilia che conta oltre 100 tasselli di un incredibile mosaico di habitat e biodiversità, per un totale di 37.000 ettari di natura protetta dalle Alpi alla Sicilia che tutti possono conoscere e frequentare. E che solo grazie al supporto di tutti gli italiani può continuare a vivere. Attraverso le Oasi, uno dei più importanti sistemi privati di aree protette in Europa,  il WWF da più di 40 anni opera ogni giorno sul territorio per conservare campioni rappresentativi di ecosistemi rari o minacciati e specie a rischio; per ridurre, prevenire o bloccare particolari minacce sul territorio. OASI SALVATE CON L’AIUTO DI TUTTI  – Gran parte del patrimonio naturale tutelato dal WWF nelle Oasi si è salvato anche grazie all’impegno di soci e semplici sostenitori  che hanno aderito alle campagne di raccolta fondi. Di recente il WWF ha potuto realizzare nuove oasi – quelle di Scivu e Santo Stefano in Sardegna,  il Bosco Foce Arrone sul litorale romano e Boschi Romanazzi in Puglia – ampliato altre, come la Valpredina, vicino Bergamo,  o fatto interventi di recupero ambientale come alla Golena Panarella, nel delta padano e lungo il litorale delle Cesine, nel Salento e in Trentino, per la “casa dell’orso.

SCHEDA DEL PROGETTO ‘TRIANGOLO VERDE’

Il progetto si sviluppa al livello tri-nazionale nel bacino centrale del fiume Putumayo, una delle aree amazzoniche più ricche di biodiversità. E’ il paradiso per il delfino rosa (Inia geoffrensis), il delfino d’acqua dolce più grande del mondo, il giaguaro (Panthera onca). Qui vive un mosaico etnico unico che comprende popolazioni appartenenti agli Shuar, Siona,  Cofàn, Murui,  Secoya, circa 3.500 persone con 38 insediamenti diversi posti in prossimità dei fiumi. Il progetto del WWF punta a tutelare questo ambiente e a valorizzare i servizi ecosistemici che la natura produce (regolazione clima, approvvigionamento acqua e risorse naturali, energia e combustibili, etc) sviluppando per le popolazioni locali economie alternative per l’approvvigionamento di risorse fluviali e forestali (pesca, legname), promuovendo all’interno delle comunità cooperative e associazioni di produttori (cacao, caffè) che seguano processi ecologicamente sostenibili e valorizzando il patrimonio culturale. Inoltre punta ad una gestione integrata di quest’area così estesa (circa 1,6 milioni di ettari)  da parte delle 3 aree protette coinvolte in Colombia (Parco Nazionale di La Paya), Ecuador (Riserva Cuyabeno) e Perù (Area Protetta Gueppi). Il WWF vuole promuovere accordi transfrontalieri e il coordinamento tra tutti i livelli (nazionale, locali e di comunità) per aumentare sia il territorio protetto che una gestione efficace degli ecosistemi. Il costo complessivo del progetto è di 1 milione e mezzo di euro l’anno.

LEGGI ANCORA SU:
http://awsassets.wwfit.panda.org/downloads/progetto__triangolo_verde_.pdf

16 venerdì Mag 2014

baubeachOggi, 16 maggio 2014, nel Luogo Deputato alla gioia di Cani e dei loro Umani, a Maccarese, si inaugurerà la nuova stagione di Baubeach, la prima spiaggia per cani liberi e felici d’Italia!
Dalle 11,00, alla presenza del Sindaco di Fiumicino On. Esterino Montino con gli Assessori Daniela Poggi, Paolo Calicchio, Ezio Di Genesio Pagliuca, Roberta Ambrosini e del Presidente della Lav Gianluca Felicetti, Patrizia Daffinà e i membri dell’Associazione da lei presieduta, che da ben 15 anni lavora a questo progetto, presenteranno un programma ricco di contenuti ed attività, tra workshop e corsi di natura olistica, sportiva e cinofila.

Ma questo giorno è soprattutto, come il nome vuole evocare, IL festeggiamento per una ritrovata serenità: dopo dieci anni finalmente si è scritta la parola “fine” alla minaccia di far sparire per sempre questa magica isola di pace e armonia tra le Specie.
Con una delibera comunale, infatti, di recente, il Sindaco Montino ha decretato che quello è IL Luogo deputato alla attività, depennando dal Piano di Utilizzazione degli Arenili proposto dalla precedente Giunta, diverse incongruenze e tra queste l’atto di l’eliminazione della Concessione Demaniale intestata all’Associazione.
L’Associazione del Baubeach, negli scorsi anni si è battuta, in sinergia con altre Realtà Territoriali, in particolare con il Comitato “Difendi Focene”, creando un clima di solidarietà e propositività, che ha vinto sulle manovre di potere e ha ora finalmente a fianco una Amministrazione cosciente e sapiente.
E’ quindi la vittoria anche della Equità, di persone che negli anni si sono date da fare per tutelarla, tra tutti l’Ing. Massimo Guidi, Dirigente dell’area Ambiente, di chi vuole un mondo più trasparente e più pulito. Di chi crede che possa esserci un cambiamento per migliorare lo stato delle cose…

All’inaugurazione, aperta al pubblico con o senza cani, parteciperà anche l’attrice Cinzia Leone, da sempre appassionata cinofila e saranno presenti i volontari della LAV, impegnati nel progetto di adozione dei cani del canile Parrelli, per veicolare le adozioni in questo ex lager messo sotto sequestro e finalmente aperto al pubblico per dare nuova vita ai suoi ospiti.

Ancora, quindi, un incubo alle spalle ed un nuovo orizzonte davanti …!

Scenografia di questo piccolo sogno è la Mostra fotografica di Claudia Candido, dal titolo Uomini e Altri Animali: verso una coesistenza possibile, che dipinge un affresco denso di emozione e consapevolezza sulla capacità empatica delle diverse Specie Animali di interagire con l’Uomo: magia e consapevolezza ancora, attraverso scatti catturati in varie parti del mondo.

La Musica sull’acqua sarà presente col gruppo Soul Revolution, mentre un Aperitivo vegan crudista, ad opera dello Chef Leonardo Cigna, esperto in cucina vegana e vegetariana a livello internazionale, saprà soddisfare a dovere i palati green oriented e stupire piacevolmente i tradizionalisti.
Nell’ambito della giornata si potranno inoltre incontrare i vari insegnanti e istruttori delle diverse discipline proposte, in modo da cominciare a pianificare quella che si preannuncia diventare un’estate davvero speciale!

Bau, we can!

Baubeach è un’iniziativa che gode del patrocinio della Regione Lazio e del Comune di Fiumicino.

BAUBEACH Via Praia a Mare snc – Maccarese (RM)
www.baubeach.net
Infoline : 06 81902352 – 3492696461 – 333 8372200 – 339 3614861 -3337996267
Facebook (Gruppo): Amici del Baubeach

16 venerdì Mag 2014

GreenboxEmissioni, accelerazioni, decelerazioni, uso del cambio e molto altro: l’Ecomotori Racing Team testerà in anteprima una scatola nera ecologica con l’obiettivo di farla diventare il nuovo parametro di riferimento delle classifiche nelle competizioni ecologiche FIA e ACI-CSAI

Debutta al 9° EcoRally San Marino-Città del Vaticano, in programma dal 9 all’11 maggio, la “GreenBox” sviluppata da Ecomotori LAB, il laboratorio di ricerca e sviluppo per la mobilità sostenibile di Ecomotori.net.

Il prototipo, nato dalla collaborazione di Ecomotori LAB con l’ing. Marco Vedovetto di Engicom, società specializzata nella consulenza per il risparmio energetico, verrà installato su una delle 500 EcoAbarth a metano e gpl del team campione del mondo FIA Energie Alternative 2012 e 2013.

Con il progetto GreenBox si intende proporre ad ACI-CSAI e FIA di sostituire la   vecchia classifica dei consumi con l’analisi dello stile di guida dei piloti, introducendo il concetto di “EcoDriving”,  ovvero fornendo agli organizzatori di competizioni ecologiche uno strumento, con il relativo supporto, per analizzare e stilare una classifica dei driver, dal punto di vista del miglior stile di guida green. La molteplicità di tecnologie e carburanti (metano, gpl, idrogeno, idrometano, biodiesel, bioetanolo, ibride ed elettriche) utilizzati nei Campionati Energie Alternative FIA e ACI/CSAI  è stata il principale stimolo per lo sviluppo di una soluzione alternativa più affidabile.

“La prima fase del progetto, durata circa un anno, è stata dedicata all’analisi dei parametri di telemetria, utili per definire lo stile di guida, e allo sviluppo di un hardware dedicato – racconta Nicola Ventura, direttore di Ecomotori.net – adesso siamo al secondo step: registreremo i dati di guida in tempo reale di alcune auto, durante le competizioni, per definire l’opportuna taratura hardware e soprattutto per individuare la formula ottimale di guida ecologica. Nell’ultima fase sarà abilitato anche il sistema di trasmissione dati, che verranno inviati a un server che permetterà di visualizzare in tempo reale la classifica”. “L’indice di EcoDriving – prosegue Nicola Ventura – è il frutto dell’analisi di una vera e propria telemetria del veicolo, che prende in considerazione la forza G di accelerazione e decelerazione, il carico motore, i giri motore, l’utilizzo del cambio e molti altri parametri. Il tipo di alimentazione sarà comunque determinante perché la CO2 equivalente,  prodotta nel ciclo WTW (Well to Wheels – dal pozzo alle ruote), è parte fondamentale della formula. Infine anche il navigatore avrà un ruolo sempre più importante, perché la sua capacità di anticipare le informazioni delle note di gara sarà fondamentale per ottenere un buon risultato”.

Per informazioni: www.ecomotori.net

16 venerdì Mag 2014

In una semplificazione estrema, esistono due modalità di approccio alla realtà e a noi stessi.

La prima è quella di scovare in ogni situazione gli aspetti che ci piacciono e che ci fanno sentire bene, concentrandosi prevalentemente su questi. La seconda è quella invece di concentrarsi criticamente sui “difetti” o sugli aspetti che non ci piacciono, della realtà, degli altri e di noi stessi.

La critica di per sé, ovviamente, non è una cosa negativa, ma molto spesso tende a determinare un atteggiamento polemico che finisce per prevalere su qualsiasi aspetto razionale, incidendo soprattutto sull’umore di chi critica. Nella vita difficilmente le situazioni sono solo positive e piacevoli. Un museo che espone delle belle opere d’arte può avere l’aria condizionata che non funziona. In un ristorante dove si mangia bene può capitare di imbattersi in un cameriere scostante e così via. Rispetto a queste situazioni imperfette,  sempre semplificando, alcuni, riescono a godersela nonostante tutto, mentre altri, magari solo per un piccolo dettaglio negativo, si rovinano l’esperienza in toto. Libertà di scelta, si potrebbe commentare. Sta di fatto che mentre i primi, tendenzialmente, si godono la vita, gli altri sono eternamente impegnati a lamentarsi o a condurre battaglie in ogni direzione. Non vogliamo con questo suggerire di adottare un atteggiamento di superficiale menefreghismo, rispetto a quello che riteniamo contrario ai nostri principi. In certe circostanze è opportuno prendere delle posizioni e, perché no, se è il caso, condurre anche delle battaglie in nome di quello in cui si crede. Il punto non è questo, bensì la degenerazione patologica di questo atteggiamento: quando ci si perde il bello della vita, perché sistematicamente impegnati nella critica di qualcosa. Molto spesso poi, chi ha la tendenza a polemizzare su tutto, difficilmente è in grado di concentrarsi in modo serio ed efficace su qualche specifica battaglia.

Allo stesso modo, nelle relazioni, alcune persone hanno la tendenza a trovare dei punti di incontro con gli altri, come interessi e passioni in comune o idee condivise, mentre altre tendono a concentrarsi solo sui difetti altrui, notando più le differenze che i punti in comune. Eppure, con ogni essere umano, abbiamo molti più punti in comune che differenze. Abbiamo lo stesso sistema neuroendocrino, le stesse necessità biologiche. Abbiamo tutti l’esigenza di essere amati, stimati e apprezzati per le nostre capacità. Di appartenere a qualcosa, di avere un nucleo affettivo di riferimento e molto altro ancora. E anche se le persone che conosciamo dimostrano di essere in qualche aspetto “diverse” da noi, forse comunque, potremmo imparare qualcosa di nuovo e venire a conoscenza di nuovi punti di vista  o di aspetti della realtà mai considerati. E allora alla fine possiamo dire che è solo una questione di disposizione d’animo. Alla fine si tratta di abbracciare una filosofia o un’altra. Si tratta di decidere se si vuole passare la vita ad amare o a criticare. Certamente stiamo semplificando. Ovviamente si può anche criticare in modo costruttivo. Ma bisogna sapere come farlo, perché statisticamente parlando è molto più probabile che quando si critica, lo si faccia con atteggiamenti accusatori e irritanti, mettendosi su un piedestallo e sentenziando. Avete mai provato a chiedere in modo inacidito a una persona di rispettare una regola di qualsiasi tipo che non ha considerato? Se vi è capitato, avrete notato che la maggior parte delle volte, in quei casi, le cose vanno di male in peggio.

COMUNICARE CON GLI ALTRI IN MODO AFFETTUOSAMENTE EFFICACE

Vivere secondo la strategia dell’amore non significa solo cercare di apprezzare il bello della vita e delle persone, ma anche imparare a comunicare le critiche e le situazioni che ci irritano, o che ci fanno in qualche modo soffrire, in modo “affettuoso” e quindi efficace. Altrimenti continueremo solo a farci del sangue amaro per nulla. Non è facile, nè immediato. Soprattutto se per una vita ci si è comportati in modo diametralmente opposto. Ma come ogni cosa si può imparare a farlo, ecco come.

Per prima cosa, se è possibile, dobbiamo evitare di comunicare la nostra critica quando sentiamo di essere arrabbiati e irritati: rischieremmo quasi inevitabilmente di trasformare la conversazione in una rissa verbale. Una volta riacquistato un umore decente, possiamo entrare in comunicazione con la persona che vogliamo criticare, ma tenendo conto di alcune regole fondamentali. Prima di manifestare la nostra critica sarà utile farci chiarezza chiedendoci che cosa vogliamo ottenere dalla persona che stiamo per criticare. Se non lo sappiamo con chiarezza, sarà facile che la conversazione scivoli pericolosamente in una “lezione” o in una “predica”. Il che porterebbe inevitabilmente il nostro interlocutore a difendersi o, peggio ancora, ad attaccarci a sua volta con critiche nei nostri confronti. L’anticamera della rissa verbale.

Quindi dobbiamo avere chiaro cosa vogliamo ottenere per noi, non per la persona che vogliamo criticare. In genere le persone rifiutano a priori di seguire i consigli fatti in “nome del loro bene”, tendendo in quei casi a vederci come presuntuosi e invadenti. Quindi il segreto sta nel parlare esclusivamente di noi stessi. La critica dovrà assumere la forma di una richiesta, senza che questa significhi un’accusa di alcun tipo. Vogliamo essere rispettati, o considerati per quello che pensiamo di essere o valere? Allora ci converrà chiederlo, piuttosto che offendere o accusare chi ci ha mancato di rispetto o non ci ha preso nella dovuta considerazione.

Facciamo un esempio. Immaginiamo la classica situazione in cui ci siamo rimasti male perché il nostro capo non ha considerato una nostra richiesta, o non ci ha “premiato” per i nostri meriti. Potrebbe averlo fatto per diversi motivi, ma l’analizzarli porterebbe solo nella direzione sbagliata. Ha importanza invece, se ci siamo rimasti male, capire che cosa vorremmo ottenere in future situazioni analoghe. Quindi, piuttosto che spiegargli dove ha sbagliato, cosa da non fare mai, ci converrà parlargli di come ci siamo sentiti in quel frangente e di cosa invece gradiremmo venisse considerato in futuro.

Basterà iniziare con un semplice “Ci sono rimasto/a male perché….”, oppure, “Avrei gradito che….” o ancora “ In futuro apprezzerei molto se …”.

Immaginiamo un’altra situazione, in cui scopriamo che il nostro partner ci ha detto una bugia.

Se riteniamo che il peccato sia veniale e abbiamo l’intenzione, a patto di un chiarimento, di salvare  il rapporto, faremo bene ad iniziare la nostra conversazione con un: “Mi sono sentita/o  tradita/o”, oppure, “Ci sono rimasta/o male, perché…”.

Insomma, se non vogliamo portare la conversazione sul piano dell’inutile battibecco, ci converrà parlare unicamente di come ci siamo rimasti male noi e di cosa vorremmo invece per il futuro. Solo questa modalità potrà, eventualmente, portare a un chiarimento e motivare il nostro partner a mettersi in discussione. Viceversa, se lo accuseremo o peggio ancora lo offenderemo, continueremo ad ottenere solo delle inutili e faticose risse verbali.

In questo caso dovremo ritornare alla domanda iniziale: “Cosa volevo ottenere? “. Se volevamo un chiarimento e abbiamo invece ottenuto un battibecco, molto probabilmente, non siamo riusciti a parlare solo di noi stessi e delle nostre richieste.

07 giovedì Nov 2013

Nel nostro vivere quotidiano, ci comportiamo sempre, anche quando non ne siamo consapevoli, in base a delle rappresentazioni mentali: “cortometraggi”, che contengono immagini, odori, sensazioni e giudizi per ogni situazione possibile. Elementi fondamentali che, volenti o nolenti, determinano in modo sistematico ogni nostra scelta comportamentale.

Quando decidiamo di fare una cosa piuttosto che un’altra, di andare in vacanza in una determinata località, di comprare un certo prodotto o di frequentare una persona, lo facciamo sempre in base a rappresentazioni create dalla nostra mente. Abbiamo rappresentazioni su tutto: andare a sciare, leggere un libro, vedere un determinato genere di film, andare a cena in un ristorante cinese, fare dei conti, riparare qualcosa. Quindi se decidiamo di andare a vedere un film d’azione o di mangiare in un ristorante giapponese, evidentemente lo facciamo perché di queste situazioni abbiamo rappresentazioni piacevoli. Se si pensa però alle infinite sfaccettature dell’esperienza e  alle diverse situazioni che si possono vivere nel corso dell’ esistenza, è immediatamente comprensibile come non si possa avere, nel proprio “database” mentale, una rappresentazione ad hoc per ogni tipo diverso di circostanza. Soprattutto rispetto alle esperienze che non abbiamo mai fatto. E allora come si comporta la mente in questi casi? Generalizza, ovvero tratta una situazione “sconosciuta” utilizzando il riferimento più simile che ha a disposizione. In effetti se ci pensiamo bene, nella nostra vita ci capita, per esempio, di imbatterci in centinaia di distributori automatici di bevande. Eppure non abbiamo bisogno ogni volta di imparare cosa fare per bere un bibita. Utilizzare delle procedure simili, per situazioni che ci appaiono più o meno dello stesso genere, è quindi un’ attitudine molto utile, soprattutto a livello pratico, ma nello stesso tempo può essere la fonte di molti errori cognitivi e di molte distorsioni percettive.

LE RAPPRESENTAZIONI DEL PIACERE, DEL DOLORE E DEL DOVERE

L’essere umano, a uno sguardo superficiale, può sembrare veramente bizzarro. A volte saprebbe cosa fare o vorrebbe fare delle cose, che poi però continua a rimandare. Vi è mai capitato di pensare, per giorni, che dovete chiamare un amico, senza riuscire mai a farlo? Vi siete mai trovati a continuare a pensare che dovreste mettere a posto qualcosa o finire un lavoretto di qualsiasi tipo, senza mai riuscire a passare all’azione? Se vi è capitato, non meravigliatevi, è molto meno grave di quanto si pensi: è solo una questione di rappresentazioni mentali sbagliate. Le rappresentazioni di ogni situazione, vengono organizzate, nella nostra banca dati mentale, secondo delle categorie ben precise che orientano le nostre azioni. Se, tornando all’esempio di prima, non riuscite a chiamare il vostro amico è perché senza accorgervene avete creato, di quella telefonata, una rappresentazione poco motivante. Probabilmente pensate a quella telefonata solo in termini di “buona educazione”, quindi in un certo senso di “dovere” e non di piacere. Se poi a un certo punto sarete riusciti finalmente a “sbloccarvi”, lo avrete fatto solo in base a nuove rappresentazioni, legate questa volta al piacere. Sarete passati insomma dal “dover fare quella telefonata” all’aver voglia di sentire quell’amico, magari per un fatto contingente che ve lo ricorda. Se in teoria pensiamo che ci potrebbe piacere andare a sciare, ma poi di fatto non ci andiamo mai, e non per motivi economici, evidentemente stiamo utilizzando una rappresentazione che è finita nella categoria del dolore. Magari, invece che usare la rappresentazione di noi che ci divertiamo in una bella giornata di sole, usiamo il “corto” di quella volta che siamo morti di freddo in seggiovia. E’ ovvio che con una rappresentazione del genere nessuno andrebbe più a sciare. Parimenti se abbiamo iniziato, per esempio, a scrivere un libro, per poi abbandonarlo a metà strada, probabilmente l’abbiamo fatto perché la situazione ci è scappata di mano, scivolando da una rappresentazione del piacere a una del dovere, o peggio ancora del dolore. A un certo punto, per esempio, potremmo aver iniziato a pensare che il nostro libro, una volta finito, non sarà pubblicato da nessuno. E allora,  perché finirlo?

 “VOGLIO FARLO” NON “DEVO FARLO”

 “Il mondo nella sua realtà è diverso da come lo vedete. Ciò che vedete non è il mondo, ma semplicemente una sua rappresentazione. Come qualsiasi altra mappa, anche la nostra mappa del mondo è unicamente una descrizione e quindi non è né del tutto precisa, né vera. Si tratta semplicemente di un modo utile, о meno utile, di pensare al mondo. Per rendere una qualsiasi cosa più utile, cambiate il modo in cui pensate ad essa. In altre parole, cambiate la vostra mappa del mondo”.

Richard Bandler da “PNL e Libertà”

Le rappresentazioni dei nostri pensieri si associano inevitabilmente a convinzioni e a sensazioni, che a grandi linee, possono abbinarsi all’idea del piacere, del dovere, o del dolore e della paura.

Come nell’esempio della telefonata o dello sci, moltissime volte una rappresentazione legata al dovere o al dolore può essere commutata in una nuova rappresentazione di piacere, che alla fine è il motore più potente che abbiamo a disposizione per entrare in azione. Scoprire che possiamo trasformare le nostre rappresentazioni, scegliendone di nuove più funzionali al nostro benessere, è una delle cose più entusiasmanti di un percorso di crescita nella comunicazione. Anche a partire dalle parole che utilizziamo. Il linguaggio,  molte volte a nostra insaputa, è collegato a un circuito cognitivo che in automatico porta a catalogare una situazione nell’area del dovere piuttosto che in quella del piacere. Provate a pensare alla differenza tra il pensare “Devo dimagrire”, piuttosto che “Voglio dimagrire”.

Il “Devo dimagrire” proietta un colore grigio. E’ collegato al dovere: una cosa imposta, che si subisce, che si deve fare. Vi sembrano sentimenti produttivi? Viceversa il “Voglio dimagrire” ha un colore solare. Racconta di un sogno, di progetti, di una decisione presa per migliorare la propria vita.

Imparare a trasformare le proprie rappresentazioni in modo tale da connettersi al piacere è un’arte che si apprende a poco a poco, ma che con la pratica può diventare un’abitudine automatica.

Così la paura di non farcela ad un esame, può essere trasformata nella voglia di superarlo. Il libro abbandonato a metà per paura che poi non venga pubblicato, può diventare il piacere, per se stessi, di finirlo e il sogno, per il futuro, di una possibile pubblicazione, e così via.

Per quanto riguarda, infine, quella sfera di piccoli e grandi doveri, che ognuno ha nella vita, che a volte risulta difficile commutare in una rappresentazione di piacere, possiamo sempre pensare che il piacere sarà rappresentato dal “toglierseli dai piedii”. Quindi, in ultima analisi, anche una scocciatura può essere immaginata come una cosa piacevole, se ci si concentra sul piacere che si proverà dopo averla risolta.