Più grande
Ha fatto molto discutere un recente studio pubblicato su Poultry Science che riportava i risultati di una ricerca condotta sui polli dagli anni ’50 ad oggi: i ricercatori hanno allevato 180 polli nutrendoli esattamente nella stessa maniera (e senza ormoni) in 3 anni differenti, in particolare nel 1957, nel 1978 e nel 2005. I risultati sono inequivocabili: i polli attuali sono grandi il 400% in più rispetto a quelli degli anni ’50.
Questo è soprattutto dovuto a un parametro, il rapporto di conversione del cibo, che è diminuito del 50%: in altre parole i polli attuali riescono più facilmente a trasformare il loro becchime in carne, assimilano meglio il cibo e, dunque, da un punto di vista commerciali, sono diventati enormemente più produttivi.
La pressione selettiva imposta dagli allevatori sui polli ha fatto sì che la maggior parte di questa crescita di dimensioni si concentri sul petto, che è la parte commercialmente più vendibile: nei polli maschi la crescita dei pettorali è stata del 79%, nelle femmine dell’85%. Questa enorme crescita ha avuto, però anche effetti indesiderati, soprattutto sulla salute degli animali. È ormai noto da tempo come le razze contemporanee soffrano di problemischeletrici, circolatori e, soprattutto, immunologici. Ma la storia non finisce qui.
Più numeroso
La carne di pollo ha avuto un vero e proprio boom negli ultimi anni. La produzione e la vendita sono andate di pari passo con la crescita economica nei paesi in via di svilupposoprattutto in Asia. Il trend non risparmia nemmeno l’Occidente, dove, specialmente nelle ripetute crisi finanziarie degli ultimi decenni, la carne di pollo ha costituito un buon succedaneo alla carne, molto più cara, di manzo e maiale. Nel mondo i maggiori produttori sono anche i maggiori consumatori: Europa, Stati Uniti, Cina e Brasile hanno un quasi monopolio della produzione di carne di pollo.
Nell’Unione Europea i maggiori produttori sono Francia, Stati Uniti e Germania:
Si nota, quindi, una correlazione quantomeno singolare. Se è in generale vero che il consumo di carne è considerato come indice di una maggiore ricchezza economica, la carne di pollo, considerando come detto anche la sua universalità, è un ottimo indicatore di come sono cambiati i rapporti di forza economica negli ultimi decenni.
Più “nutriente”
Questa corsa alla carne di pollo non è prerogativa solo dei paesi sviluppati o in rapida crescita economica, ma è un fenomeno che interessa tutto il mondo. Nel 1960 mediamente una persona nel mondo prendeva lo 0,5% delle proprie calorie quotidiane dalla carne di pollo: oggi siamo quasi al 2%.
Questo perché il pollo è un alimento nutriente, facile da allevare e, soprattutto, sul suo consumo non esistono leggi religiose contrarie: con la parziale eccezione dell’induismo (che in alcune correnti impone un vegetarianesimo molto stretto), musulmani, ebrei, cristiani, taoisti, etc, tutti possono mangiare pollo.
Nemmeno la crisi dell’influenza aviaria ha rallentato la corsa, anzi, dopo una piccola frenata, la crescita è continuata in maniera sostenuta. Negli Stati Uniti, addirittura, il consumo di carne di pollo ha già superato il consumo di manzo, il tipo di carne tradizionale americano: in un solo anno, da ottobre 2013 allo stesso mese del 2014, il prezzo della carne di pollo è aumentato di quasi il 20%. Il trend è talmente forte che il Washington Post ha dichiarato che è iniziata l’era della Dominazione del Pollo.
Più caro
Anche i prezzi sono aumentati in questi ultimi anni. Si notano, tuttavia, due rilevanti eccezioni: la crisi economica del 2000 (“bolla di internet”) e quella attuale, specialmente nel suo momento iniziale (2008). Dopo poco tempo, però, tutti i prezzi sono tornati nel trend di crescita accentuato: la domanda di carne è quindi sempre in crescita.
…ma molto meno sostenibile.
Questa corsa frenetica alla carne e a quella di pollo in particolare è, come noto, poco sostenibile, sia da un punto di vista ecologico, dati i grandi problemi di smaltimento degli scarti degli allevamenti intensivi, sia da un punto di vista etico, considerando le condizioni in cui in tali allevamenti vengono allevate questi poveri animali. Noi vediamo solo l’ultimo pezzettino di questo vasto mondo: una vaschetta bianca, chiusa ermeticamente, con dentro un bel pezzo di carne candida, morbida e adatta a tutte le diete. Pochi immaginano che dietro quel petto, o quella coscia, c’è uno dei settori alimentari con uno sviluppo impetuoso, inarrestabile e, in ultima analisi, abbastanza inquietante.
Fonte: http://oggiscienza.wordpress.com/2014/11/20/un-mondo-di-polli/