Rischi maggiori di irritazioni, infezioni respiratorie, sensibilizzazioni allergiche ed effetti sul sistema riproduttivo, ormonale o immunitario. Azioni di sorveglianza. Bambini a rischio. Attenti ai costumi da bagno
di IRMA D’ARIA
NEI mobili della cameretta, nei detersivi per la casa, nei vestiti e persino nei giocattoli: le sostanze tossiche che possono danneggiare la salute dei nostri figli sono potenzialmente ovunque e sono parte integrante del cosiddetto inquinamento indoor che, secondo le stime dell’Oms, è responsabile di 4,3 milioni di decessi al mondo ogni anno. Nei bambini l’esposizione ad alcuni inquinanti indoor si associa a un maggiore rischio di irritazioni, sintomi respiratori acuti, iper-reattività bronchiale, infezioni respiratorie e sensibilizzazione allergica. Una recente metanalisi di dieci studi che coinvolgono 6387 pazienti ipotizza una relazione positiva tra l’esposizione alla formaldeide e l’asma infantile. «Negli studi selezionati si è visto che i soggetti con i maggiori livelli di esposizione hanno da 3 a 5 volte maggiori probabilità di sviluppare asma», spiega Paolo Regini, pediatra e membro del gruppo di lavoro Ambiente e Salute dell’Associazione Culturale Pediatri.
INTERATTIVO
Ma la formaldeide preoccupa soprattutto perché l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) l’ha inclusa fra i cancerogeni del gruppo 1, quelli per i quali la relazione fra esposizione e tumori è dimostrata sia sugli animali che sull’uomo. «Individuata inizialmente come fattore di rischio per i tumori del naso e della faringe, questa sostanza è stata in seguito collegata anche alla leucemia mieloide», spiega Pier Mannuccio Mannucci, direttore scientifico della Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano e autore del libro Aria da morire (Dalai Editore).
Ma in casa, soprattutto nei mobili, troviamo molti altri inquinanti tra cui il benzene incluso dalla Iarc fra i cancerogeni del primo gruppo. «Pur essendo uno dei principali inquinanti del traffico, la sua concentrazione negli ambienti chiusi supera in media di quasi due volte quella che si registra all’aperto», dice l’esperto. «In realtà, la stessa Oms riconosce che i livelli rilevati di solito nelle case, attorno ai 10-15 ìg/m3, sono molto bassi e il conseguente incremento del rischio è quindi davvero limitato. La situazione è però diversa se c’è qualcuno che fuma», precisa Mannucci.
Le sostanze tossiche possono “nascondersi” anche nei vestiti che indossano i bambini. Lo dimostrano i dati dello studio «Piccoli mostri nell’armadio» condotto da Greenpeace in cui sono stati testati 82 articoli per bambini di marchi popolari, sportivi e di lusso, acquistati in 25 Paesi. Tutti i marchi testati hanno almeno un prodotto nel quale sono state rilevate sostanze chimiche pericolose tra cui PFOA (acido perfluorottanico) nei costumi da bagno, ftalati e nonilfenoli etossilati in magliette e pantaloni. Si tratta di interferenti endocrini, sostanze che, una volta rilasciate nell’ambiente, possono avere potenzialmente effetti dannosi sul sistema riproduttivo, ormonale o immunitario. Anche i prodotti per le pulizie di casa possono contenere percentuali pericolosamente alte di metalli pesanti, sostanze acide o alcaline che nel tempo possono causare fastidiose reazioni irritative. «L’effetto nocivo di molti detersivi», spiega Adriana Ciuffreda, dermatologa pediatrica di Milano, «si manifesta primariamente a danno di quella che può essere considerata la barriera della nostra pelle: il film idrolipidico. Quando non è più adeguatamente protetta dal suo “scudo” naturale, la pelle diventa più facilmente bersaglio degli agenti patogeni, tra i quali i metalli pesanti come nickel, cobalto e cromo contenuti proprio nei detersivi e in molti detergenti per la casa ». Persino i giocattoli possono essere un veicolo di sostanze potenzialmente tossiche. Anche se dal 1999 l’utilizzo degli ftalati è stato considerevolmente ristretto dall’Unione Europea, secondo il rapporto Rapex (il sistema UE di allerta rapido per i prodotti pericolosi), i rischi maggiori si trovano nel 19% dei casi nei giocattoli. L’elenco fornito dal ministero della Salute è lungo ed include spade di plastica al cromo e bolle di sapone con batteri mesofili
in grado di provocare infezioni. Di recente, AsiaInspection (che effettua controlli della qualità per il mercato asiatico) ha controllato in modo casuale 35 giocattoli di plastica costruiti in Cina e destinati al mercato occidentale. Circa un quarto degli oggetti conteneva pericolosi livelli di ftalati, non conformi alle regolamentazioni. Un giocattolo, in particolare, superava di 130 volte il limite massimo fissato negli Stati Uniti per il Dehp (di-2-etilesilftalato).
http://www.repubblica.it/salute/prevenzione/2014/07/17/news/mobili_detergenti_vestiti_e_giocattoli_quei_veleni_che_si_nascondono_in_casa_di_irma_daria-91807679/?ref=search